Era un fresco pomeriggio autunnale, e le nuvole avevano da poco cominciato a schiarirsi, lasciando finalmente intravedere i raggi del sole – dipingendo la camera di Sofia in toni dorati e veli di luci delicati.
Francesca e Sofia avevano deciso di spendere il tardo pomeriggio semplicemente a rilassarsi nell’appartamento di quest’ultima, in ore disperse tra risate sommesse e confortevole silenzio.
Si erano fidanzate da poco, dopo anni che si conoscevano, ma ormai questa loro routine che risaliva al periodo in cui erano solo amiche si era stabilita: anche quando non c’era nulla da fare, cercavano sempre di ritrovarsi il venerdì dopo l’università per spendere un po’ di tempo insieme, lasciando indietro il rumore dei luoghi pubblici e crogiolandosi nella loro nuova intimità.
E quella sera, Francesca lo percepiva: c’era qualcosa di diverso nell’aria, un’energia palpabile che le circondava.
Mentre si rilassavano sul divano, ridendo e raccontandosi le ultime novità della settimana, tra calici di vino e patatine, Sofia guardava Francesca con occhi pieni di affetto e – Francesca lo percepiva – qualcosa di più caldo, di più carico, di più intenso.
La luce soffusa metteva in risalto i lineamenti di Sofia, le sue lentiggini, i suoi occhi castani che brilavano vivaci ogni volta che si specchiavano in quelli di Francesca. E Francesca non resistette – si chinò in avanti, catturando le labbra di Sofia in un singolo bacio, innocente: un semplice tocco di labbra, nasi che si sfioravano, il respiro di entrambe che, fragrante di vino, sembrava regalare all’atmosfera un momento di rilascio dalla tensione che si era costruita inconsapevolmente tra loro due nel corso del pomeriggio.
Francesca fece per allontanarsi, ma Sofia le ricatturò immediatamente le labbra, seguendo il suo movimento all’indietro e facendola ricadere morbidamente sul divano.
Francesca era deliziosa, i ricci scomposti che le circondavano il viso, leggermente arrossato mentre lei cercava di riprendere il respiro; e gli occhi verdi che, maliziosi, sembravano cercare di attirare la totale attenzione di Sofia in ogni momento.
E Sofia non era una persona che aspettava le cose le si dicessero. Si scambiarono un bacio, due, e poi altri ancora, mentre le mani viaggiavano sulle morbide curve della ragazza sotto di lei, e le gambe di Francesca si divaricavano per accomodarla meglio sulla stretta superficie del divano, mentre le dita di Sofia viaggiavano per raggiungere il fulcro caldo della sua vagina pulsante.
Tra baci e morsi, Francesca iniziò con un “Sai,”, immediatamente soffocato da un altro bacio, che la ragazza accolse ridendo. “Sai,” ricominciò, “ho pensato che potremmo esplorare qualcosa di nuovo insieme.”
Sofia, incuriosita, si distaccò leggermente, sorpresa, e si mise a sedere per guardarla con un sorriso. “Che cosa hai in mente?”
Francesca si alzò e tirò fuori una scatolina dalla borsa, estraendo da essa un piccolo sacchetto di velluto. Con un sorriso enigmatico lo aprì, rivelando un anal plug in metallo, decorato con un gioiellino scintillante.
Sofia lo guardò, incantata. Non era la prima volta che provavano la stimolazione anale, ma era sempre stato uno sfioramento di dita, una proposta seducente, che non era mai scaturita in altro.
“Possiamo provarlo insieme, se ti va,” propose Francesca, con una dolcezza che lasciava spazio a qualsiasi risposta. Sofia annuì, ma decise che, se avrebbero esplorato quel nuovo reame di piacere sessuale, tanto valeva che lo facessero appieno: tirò fuori il loro fidato doppio dildo realistico , un sorriso complice sulle labbra.
Si diedero subito da fare, ricominciando le loro effusioni con una nuova passione e frenesia, lingue e saliva che si intrecciavano e tracciavano percorsi conosciuti lungo il loro corpo; e dita ricoperte di lubrificante che andavano a stimolarsi a vicenda, per prepararsi alla penetrazione del dildo. E non solo: le dita lubrificate di Francesca, esitanti, si erano avvicinate all’ano di Sofia, tracciando piccoli cerchi alternati a gentili ma insistenti massaggi del suo culo. Dopo molta preparazione, la fece girare e inserì il plug anale nell’ano di Sofia.
E Francesca prese un momento per ammirarla: era bellissima. Una gemma per decorare il gioiello che era l’altra ragazza, con le sue lentiggini che sembravano costellazioni e gli occhi che scintillavano come stelle.
Sofia gemette, e dopo diversi minuti decise che era abbastanza: cosparse entrambe le teste del dildo con il lubrificante, prima di inserirlo con il respiro in sospeso tra le labbra della propria vagina. Ma la sensazione di pienezza non era abbastanza: con un annuire di Francesca, la penetrò in un singolo movimento, lento ma preciso.
Dopo diversi attimi per abituarsi, Francesca sollevò il bacino, muovendo i fianchi per incoraggiare l’altra ragazza; e Sofia assecondò il movimento, affondando sempre più con ogni colpo e aumentando il piacere di entrambe, mentre con le mani afferrava le gambe dell’altra ragazza da sotto le ginocchia per alzarle ancor di più il bacino e trascinarla verso di sé, mentre il dildo doppio veniva ricoperto dei loro liquidi sempre più copiosi.
Cavalcarono l’orgasmo fino a quando i loro corpi e il loro fiato lo permettesse, nomi e sospiri che si fondevano con il suono di carne contro carne.
Una volta finito, Sofia diede un’ultima spinta con il dildo, prima di crollare sopra a Francesca con una risata leggera. Era stato pazzesco, e forse la prossima volta avrebbero potuto sostituire il plug con qualcosa che l’avrebbe riempita di più…
La sua ragazza aveva decisamente avuto un’ottima idea.